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Apocalisse – Capitolo 2

By 20 Dicembre 2017No Comments

 

27-11-2017

Da Paola

APOCALISSE

 

 

Saluto di Paola, poi Don Carlo.

 

Andiamo avanti nella lettura dell’Apocalisse iniziata il mese scorso. Mentre all’inizio i Padri della Chiesa lo leggevano come libro profetico del N.T., poi verso il mille si è cominciato a leggerlo come libro apocalittico e vi si voluto vedere la fine del mondo e tutto ciò che la precedeva, ma la lettura vera, almeno secondo i maggiori interpreti, è leggerlo sotto l’aspetto profetico.

Quello che incontreremo questa sera nel capitolo 2 è il messaggio che il Figlio dell’Uomo che appare nella  visione di Giovanni, dà alle sette Chiese.

Prima di iniziare ci fermiamo sul numero 7 che ricorrerà più volte nell’Apocalisse (i sette candelabri, i sette angeli che dormono, i sette cavalli, le sette trombe) cioè lo troveremo continuamente.

 

Nella lettura profetica di questo libro cosa significa il numero sette?

 

Il sette ci riporta ai 7 giorni della creazione nel libro della Genesi e la lettura profetica ci sta mettendo davanti a questo spettacolo: come Dio all’inizio della storia ha dato vita in sette giorni, così Dio con la venuta Cristo, crea la persona nuova e l’umanità nuova in sette momenti.

Questo è il numero che accompagna via via tutto il libro dell’Apocalisse.

Nei messaggi alle sette chiese vedremo come Dio, dopo la morte e la resurrezione di Gesù, nella comunità nuova che si sta formando, sta creando il cammino di una nuova creazione o meglio di una purificazione per poter partecipare alla gloria del Cristo Risorto.

Per entrare in questo testo torniamo nell’ultima parte del capitolo 1 versetti 12-20… Quando mi voltai…

Vedete quindi come questa voce che dice a Giovanni “guarda che qui c’è la vita, c’è la vita vera, la vita piena” parla di sette realtà: le sette stelle che sono le guide delle chiese e i sette candelabri che sono le chiese

 

Cosa ci vuol dire questo numero 7?

Che nelle comunità che hanno accolto Cristo morto e risorto c’è il compimento della storia della salvezza. Come Dio in sette giorni ha creato l’universo, così Dio ora, dopo la morte e la resurrezione di Gesù, con queste sette chiese porta a compimento la storia della salvezza, perché saranno queste sette chiese che avranno il compito di vincere il male come Cristo con la sua morte e resurrezione ha dato il via all’umanità nuova.

Leggiamo il cap.2 e poi vediamo via via come, nelle 7 chiese che accolgono Cristo, si realizza la storia della salvezza.

 

LETTURA DEL CAP. 2

 

 

Per la chiesa di Efeso: attiva, ma senza amore (v.1-7)

 

 

 

Don Carlo   Fermiamoci su questa chiesa. Attenzione: è una lettura profetica Questa chiesa deve rendere presente il Cristo risorto e deve portare a compimento la storia della salvezza. Allora qual è il messaggio che le viene dato?

Risposte varie poi Don Carlo

Guardate a chi scrive: vedete come nella comunità cristiana Dio parla a chi è responsabile perché poi deve essere lui l’anima, la guida. E’ interessante questo perché caratterizza le chiese cristiane il non avere semplicemente qualcuno che è punto di riferimento, che insegna, ma di avere una persona che ne è responsabile, quindi che rappresenta il Signore stesso. Qui c’è una visione che noi, nella chiesa cattolica chiamiamo sacramentale. Esempio la figura del vescovo. La figura di chi ha la responsabilità della comunità perché è chi ha responsabilità che deve avere la visione e poi gli atteggiamenti, i suggerimenti giusti perché la comunità sappia vivere la presenza del Risorto e perché sia una comunità capace di vincere il male, perché questa è la conclusione della storia della salvezza.

 

 

 

Il discorso profetico dell’Apocalisse è sempre lì come Cristo con la sua morte e la sua resurrezione ha messo fine…per dare inizio a un uomo nuovo a una comunità nuova    così il responsabile della chiesa deve mantenere viva la presenza del Risorto per poter creare quell’umanità nuova che viene dalle chiese, perché la visione dell’Apocalisse è quella particolarissima in cui le chiese sono come il fermento nella pasta, come la luce nel mondo come lo è stato Cristo. Adesso è la comunità cristiana che ha accolto Cristo, che deve essere tale. Si rivolge al responsabile della chiesa e mette in chiaro “guarda che chi parla è colui che tiene in mano queste realtà,” quindi è il Risorto che tiene in mano queste comunità. Parte dal dire “Conosco” quindi non fare il furbo, non pensare che io non veda, non pensare che io non sappia, o non pensare che perché non percepisci la mia presenza, (negli Atti degli apostoli Gesù il Risorto è presente tra i suoi) ma qui è già salito al cielo e le comunità cominciano il loro cammino.

Dice guarda che io conosco le tue buone opere (quindi è una chiesa attiva). Conosco è il primo atteggiamento di chi vuole che la comunità abbia la forza di cambiare il mondo

Conosco le vostre buone opere, la vostra fatica, la vostra pazienza, so che non potete sopportare determinate cose e so anche che avete sofferto pazientemente per me senza stancarvi.

Di fronte a questa conoscenza della chiesa di Efeso, proprio perché deve essere la chiesa che porta la resurrezione di Cristo nel mondo, dice: “ho un rimprovero,

 

voi non amate come amavate in principio”

 

Cosa vuol dire? Noi quando leggiamo questo versetto ci limitiamo a dire non c’è più l’entusiasmo, non c’è più la bellezza del primo amore …No, la Bibbia ci dice cosa c’era in principio che adesso non c’è più. Andiamo in

 

 

Atti 2,42-47 (pag.245)

 

I nuovi credenti…erano assidui nell’insegnamento degli apostoli, nell’unione fraterna, nella frazione del pane e nella preghiera…Ogni giorno tutti insieme andavano nel tempio, poi per spezzare il pane andavao nelle case a piccoli gruppi e mangiavano insieme…lodando Dio…

Guardate la differenza tra questi due brani. Da una parte dice: conosco le opere, la fatica, la pazienza, ecc.… Cosa manca? In Atti non parla di opere, la comunità era basata sullo stare insieme.

 

Per essere la comunità cristiana che diventa fermento nel mondo e che conclude la nuova creazione o la storia della salvezza non dobbiamo guardare a quello che si fa o al cuore, o all’entusiasmo, dobbiamo guardare alla capacità di stare insieme

 

Qui siamo tutti chiesa di Efeso perché lo stare insieme è un macello, anche in famiglia, perché io la penso così, tu la pensi colà e soprattutto non c’è mai il tempo per far niente insieme perché la prima comunità aveva la sua forza nel far niente insieme. Vi rendete conto? Facevano niente perché pregavano… cantavano… erano assidui all’unione fraterna…non si mettevano insieme per fare la carità, non si mettevano insieme per andare di qua o di là. Questo è il tarlo di una storia di salvezza che noi non riusciamo a concludere perché quando ci si trova insieme la prima cosa che si dice è “Che facciamo?” Niente! E’ una domenica pomeriggio ci troviamo tutti in casa: “che facciamo?” Niente! La domenica i cristiani cosa fanno? Niente!

Non abbiamo questo coraggio e allora non siamo più testimoni di quest’opera che Cristo il Risorto vuole portare a compimento.

Il numero 7 ci riporta ai sette giorni della creazione ”Cosa ha fatto il Signore il settimo giorno?” Niente! Ha guardato e ha detto “Guarda quanto è bello!” Ha goduto!.

Noi non siamo più capaci di godere il nostro stare insieme.  Capite qual è la sfida grande che qui il Risorto sta facendo alla chiesa di Efeso? Sei tanto attiva, fai tante belle cose, ma non sei più capace di comunione. Questo è un rimprovero enorme, perché noi fra cristiani non siamo davvero capaci di comunione, non solo fra chiese diverse, ma anche nella stessa chiesa, abbiamo sempre, sempre questo problema. Guardate cosa dice: Se non tornate ad essere così, (capaci di comunione) verrò a togliere dal suo posto il vostro candelabro fra le chiese. Non siete più una comunità autentica, una comunità capace di portare la vita nuova del Cristo Risorto nel mondo. E’ molto forte e molto duro.

Poi dà una consolazione, ma c’è questo a vostro favore: come me anche voi detestate il comportamento dissoluto dei Nicolaiti . Erano persone che mettevano insieme la fede con i culti pagani, mettevano insieme un po’ tutto. Non vuole che stiate insieme per giocare a tombola, vuole che stiate insieme come abbiamo letto in

 

 

 

 

Atti: ascoltando la Parola, spezzando il pane, condividendo i propri beni. Questa è la comunità delle origini. Tornate ad essere come prima, a fare le stesse cose che facevate quando mi avevate appena conosciuto.

E’ una bella scoppola perché non parla solo alla chiesa di Efeso ma sta parlando a ciascuno di noi. Quanta voglia abbiamo semplicemente di stare insieme e di fare comunione anche all’interno della nostra famiglia. Adesso che viene il Natale poi…”devo invitare quello, uffa! Ci sarà il pranzone dovrò cucinare per tutti, io non ne ho più le forze.” Ci perdiamo in queste cose. La nostra gioia dovrebbe essere lì (in Atti) perché questa è la chiesa primeva la chiesa che porta la resurrezione di Cristo.

 

 

E termina: ”Chi può udire ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese. A tutti quelli che sono vincitori,(a quelli che hanno questo coraggio) darò il frutto dell’albero della vita che si trova nel Paradiso di Dio”. (l’albero della vita era la sintesi di tutta la creazione ,ed è stato il non aver saputo rapportarsi di Adamo ed Eva con l’albero della vita che ha portato al disastro della separazione da Dio) Se ritornate lì il Paradiso è vostro, se non ritornate lì continuerete a farvi guerra, morirete in guerra e continuerete la guerra anche nell’aldilà

 

E’ il primo grande messaggio: siate in comunione piena come eravate all’inizio. Lì è la vostra forza.

 

 

Per la chiesa di Smirne: perseguitata, ma ricca

 

 

Don Carlo

Dove ci porta questo messaggio? Stiamo sempre parlando di chiese che hanno il compito di portare avanti la realtà del Cristo Risorto.

Risposte varie poi Don Carlo.

Ricordate che parla sempre al responsabile, ma chi parla? Mentre nella chiesa di Efeso chi parlava si definiva colui che tiene in mano le chiese, qui è sempre lui, ma si definisce colui che è il Primo e l’Ultimo, che è morto ed è risorto, quindi che sta con te. E’ colui che ha vissuto prima di te quello che tu stai vivendo. Mentre là era il portatore del candelabro perché voleva portare avanti quelle comunità, qui chi ti parla è colui che è già passato per questa strada, quindi non è uno lontano da te.

Guardate come usa le parole: so bene quello che state soffrendo e conosco la forza del male che vi sta aggredendo Mentre là conosceva le loro opere buone perché era su quelle che ponevano la loro forza, qui conosce la forza del male che li aggredisce. Dice lo so che vi stanno graffiando, lo so quello che vi sta succedendo, e proprio perché lo sa, dà due suggerimenti:

  • Non spaventatevi perché questa è la tentazione più grande di chi si sente aggredito. Non date troppa importanza al negativo, a ciò che sta succedendo. Questo è un atteggiamento fondamentale nella vita del cristiano e della comunità cristiana che vuole essere testimone della resurrezione di Cristo. Non dobbiamo mai, mai, mai perderci di fronte alle difficoltà, perché noi siamo testimoni di una croce che diventa resurrezione, quindi non dobbiamo mai spaventarci. Non spaventatevi non solo per quello che state vivendo, ma anche per quello che succederà dopo. Non dobbiamo mai dare troppa importanza a quello che succede perché qui chi parla è colui che è morto ed è risorto, allora non spaventatevi.

Poi fa una bella descrizione, dice che il male non ha ancora finito di mettere le mani su di loro perché alcuni andranno in prigione…alcuni saranno perseguitati… ed ecco il secondo suggerimento

  • Restate fedeli anche a costo di morire, e io vi darò la corona della vita.

 

Che cosa è la corona della vita? Chi la riceve? Chi vince! Se voi restate fedeli anche fino al sangue, sappiate che io che sono colui che è morto ed è risorto, sono lì con voi e vi darò la vittoria.

E poi la conclusione: chi può udire ascolti ciò che lo Spirito dice…i vincitori non avranno nulla da temere dalla seconda morte, quella definitiva (che è il giudizio finale).

 

 

Vedete una lettura profetica dove ci porta

Alla chiesa di Efeso dice: conosco, però non c’è più quella comunione che è la vera forza della comunità cristiana del Risorto

Alla chiesa di Smirne dice: conosco che tu stai nella morsa, nelle difficoltà, però ricordati che io il Morto ed il Risorto sono con te, quindi non spaventarti e sii fedele fino al sangue tanto se io sono con te sarai il vincitore.

 

 

 

 

Per la chiesa di Pergamo: fedele, ma troppo tollerante

 

 

 

Che dice? Risposte varie poi Don Carlo

 

Qui chi parla? Colui che ha la spada affilata a doppio taglio Cos’ è la spada? . E’ la Parola di Dio che ti penetra E’ colui che porta la volontà di Dio dentro di te .E’ Gesù, il Figlio dell’Uomo che porta la volontà di Dio nella tua vita

Sono a Pergamo una città difficile, organizzata nel male a differenza delle altre città dove c’era di tutto ma non questa grossa organizzazione. So benissimo dove abitate, so anche che siete rimasti fedeli nonostante questa città così organizzata nel male, però cosa rimprovera?, (dal v. 14 in poi).

Hanno resistito, non hanno perso la loro fede, ma l’hanno annacquata cioè hanno messo la volontà di Dio con le tradizioni, in fondo che male c’è? hanno fatto offerte agli idoli che problema c’è? hanno mischiato un po’ tutto.

Il cristiano è portatore di una volontà ben precisa che è il Cristo, che è la morte e la resurrezione, che è l’ammazzare il tuo egoismo per nascere come nuova creatura. Questa è la spada a doppio taglio.

 

La storia della salvezza per un cristiano si realizza pienamente in Cristo, è Lui la Parola di Dio, però anche noi a volte pensiamo “ma in fondo se quello è buddista, basta che viva bene, che male c’è?” Non c’è nessun male, però la forza e la bellezza di Cristo noi la teniamo da parte perché quello ha un’altra religione e non ci rendiamo conto che non stiamo portando la ricchezza che il Signore ci ha voluto dare in Cristo. E abbiamo questo rispetto di non si sa che. Se conosci un medico in gamba e c’è una persona che sta male dici “io mi sono trovato bene là, vai anche tu” Per il medico lo facciamo, per Cristo no.

 

Avete messo insieme tante cose, avete perso la spada a doppio taglio, cioè la capacità di tagliare dentro, di dire che in Cristo abbiamo un dono particolare. E’ questo il rimprovero che lui fa.

Se ora si insiste tanto, e anche Papa Francesco lo fa, sul fatto che il cristiano è sì un discepolo, ma contemporaneamente è missionario cosa ci vuole dire? Che non possiamo tenere per noi le ricchezze che abbiamo Come nella prima chiesa chiamava alla comunione fra i cristiani, qui ora chiama, alla comunione nel mondo. Se tu hai una ricchezza la devi testimoniare, annunciare, poi l’altro sarà libero di accoglierla o no ma non puoi tenerla per te.

Vedete cosa dice: “Voi tollerate…Rimediate a questa situazione altrimenti…” (v.14-16) cioè se voi non rimediate vi tolgo di mezzo perché questo lavoro lo farò io stesso.

La conclusione. Se voi rimediate a tutto questo sarò io stesso a nutrirvi con la mia Parola, io stesso vi farò capire qual è la mia volontà e quindi saprete cosa è giusto fare e cosa non è giusto fare. In più vi darò anche una piccola pietra bianca su cui è scritto il vostro nome nuovo che nessuno conosce, cioè un lasciapassare per l’eterno, per il cielo (nel mondo romano la pietra bianca con il nome scritto sopra era un lasciapassare).

 

 

Per la chiesa di Tiàtiri: generosa, ma incline al compromesso

 

 

Per ogni chiesa c’è una sottolineatura che dice anche il messaggio che sta portando. Qui chi parla?

Parla colui che vuole purificare, ma vuole un ritmo di tempo. Ha i piedi splendenti come bronzo fuso, cioè devi camminare, non puoi fermarti, non puoi tornare indietro perché hai un compito ben preciso da portare avanti. E questo Figlio di Dio che ha occhi ardenti come lingue di fuoco cosa conosce?

Conosce che è una chiesa forte, chiara, capace di portare avanti il messaggio, quindi che è una chiesa pronta per muoversi, per andare, ma… qual è il problema?

Non è più il sincretismo come in altre chiese, ma il problema è una persona che fa tutto lei e se mettete questo fatto a confronto con il rimprovero alla prima chiesa, vedete che ciò che realizza la comunità cristiana è la comunione. Quando c’è una persona che fa tutto lei e toglie la comunione, la chiesa crolla. Aggiunge (v.21) Le ho dato tempo di pentirsi, ma lei non ne ha voluto sapere…la confinerò in un letto di malattia…e manderò grandi sofferenze ai complici…se non cambiano vita e non si pentono. Ancora una volta dice:” Io sono pronto a mettere

 

 

 

 

mano in questa situazione, ma voi?” Laddove c’è, nella comunità cristiana, qualcuno che pensa di essere tutto lui, non va avanti nulla perché la forza della comunità cristiana è essere insieme.

  1. 24-25 A voi che non avete seguito questi falsi insegnamenti…tenete ben saldo ciò che avete, finché non verrò io. Quindi se voi purificate la vostra situazione, o mi lasciate purificare questa situazione poi vi guiderò io stesso. E’ la stessa cosa che diceva alla chiesa precedente. Se non cogliete l’occasione in cui si smaschera tutto questo, ma voi invece rimanete fedeli verrò io stesso a condurvi.

 

 

 

 

Guardiamo la conclusione: A chi vince, a quelli che fino alla fine continuano a fare le cose che io approvo darò potere sopra le nazioni, lo stesso potere che ho ricevuto dal Padre mio.(v.26)

 

Vi ricorda niente questo brano? Ricorda quando il padrone parte e distribuisce i talenti ai servi e al ritorno dice:” sei stato fedele nel poco ti darò potere su dieci città… su cinque città” quello invece che è andato a nascondere i talenti è scacciato e punito.

 

E’ la purificazione Essi le governeranno con uno scettro di ferro e le frantumeranno come vasi di terracotta. E darò loro la stella del mattino.(v. 27-28). La stella del mattino è Lui è il Cristo che sorge. Lo canteremo a Natale.

 

 

Se noi leggiamo in senso profetico l’Apocalisse qual è il messaggio profetico che ci viene dato?

 

Che noi, come comunità cristiana, abbiamo il compito di mantenere viva la presenza di Cristo il Risorto e per farlo abbiamo bisogno di questa purificazione continua.

 

E’ bellissimo quello che leggiamo nelle lettere di Paolo quando presenta il marito e la moglie e li mette a confronto con Cristo e la chiesa. Dice “perché Cristo ama la chiesa?” Perché la purifica continuamente Queste lettere alle chiese sono l’opera di purificazione che Cristo Risorto fa alle sue chiese perché possano essere testimoni di Lui nel mondo e possano portare a compimento la storia della salvezza.

 

 

 

Come applicarlo alla nostra vita?

 

Scegliete la vostra chiesa, quella in cui vi sentite più coinvolti, e fatela diventare il vostro impegno. Lasciate che Cristo vi purifichi, per cui qualunque chiesa scegliete sapete cosa dovete fare. Sarebbe bello se ognuno di noi prendesse in questo tempo una di queste chiese e la facesse diventare il suo cammino di purificazione. Allora saremo capaci poi di essere quei discepoli missionari che annunciano Cristo nel mondo e che portano lo Spirito e la Vita. Nuova nel mondo.

 

 

PREGHIERA DI DON CARLO

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