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Apocalisse – capitolo 3

By 3 Gennaio 2018No Comments

Da Paola

18-12-2017

 

APOCALISSE

  

Canto iniziale di preghiera, poi Don Carlo.

 

Come abbiamo detto stiamo leggendo l’Apocalisse come un libro profetico, non apocalittico, perché questa fin dall’inizio è stata la sua caratteristica. La profezia che stiamo vedendo è legata alle sette chiese, di cui abbiamo già letto, dove c’è uno stile che si ripete:

  • prima c’è Cristo che si presenta
  • poi c’è una profezia o un rimprovero che lui fa
  • poi c’è una promessa che riguarda il vincitore, colui che riesce ad affrontare la situazione e a dare in questo il meglio di sé.

Leggiamo ora tenendo presente questa dinamica perché rende più facile rendersi conto di ciò che avviene in ogni chiesa.

 

LETTURA CAP.3

Per la chiesa di Sardi: non basta l’apparenza!

 

Come si presenta qui Cristo che è colui che sta rinnovando l’umanità dopo la sua resurrezione?

 

Risposte varie poi Don Carlo

Cristo si presenta come colui che ha nelle mani sia le chiese (le sette stelle) che le profezie (i sette spiriti di Dio) che sta dando alle chiese.

 

Cristo si presenta come colui che viene a dare vita alle comunità.

 

Qual è allora il richiamo profetico? Attenzione se lui è venuto a dare vita cosa non sopporta? La morte, quindi il messaggio profetico è:

 

                                     fate tante cose, siete molto attivi, ma siete morti.

 

Cosa vuol dire questo essere morti? E’ un messaggio molto forte perché se confrontate questo brano con Efesini 2,1-5 e Colossesi 2,13 trovate: eravate morti, seguivate l’andazzo di questo mondo…la vostra vita era la dimostrazione del male dentro di voi con le passioni e i cattivi pensieri…ma Dio ci ha fatto rivivere resuscitando Gesù…

       La morte, quindi, è l’essere tornati indietro, il vivere come coloro che non hanno incontrato Cristo.

La sottolineatura che qui dà rende il messaggio molto forte perché ci sono tanti cristiani e tante chiese che fanno delle cose bellissime, però poi vivono come se Cristo non ci fosse.

E’ facile cadere in questo perché è il proprio io che viene fuori, le proprie ragioni e questa esperienza l’abbiamo vissuta in tutte le situazioni, in tutte le realtà. Pensate a come vivevano le banche vaticane: facevano del bene, però il modo di amministrare era con i criteri di chi non ha conosciuto Cristo. Andiamo anche nella nostra vita, facciamo tante  belle cose però viviamo come se Cristo non fosse colui che mi perdona, colui che mi libera per cui continuiamo a portare i pesi dei nostri sbagli, dei nostri peccati, allora non siamo più delle creature nuove, siamo morti. A parole diciamo che Cristo è morto ed è risorto, che Cristo ci ha liberato dal peccato, o come dice Paolo, che Cristo ha inchiodato il nostro egoismo sulla croce e poi continuiamo a portarci addosso i nostri pesi.

Ecco il messaggio profetico. Colui che ha in mano la vitalità delle chiese e che ha in mano la profezia che deve portarle a un rinnovamento continuo dice, guarda che puoi fare quello che vuoi, ma se il tuo è il modo di vivere di chi non ha conosciuto Cristo e quindi non hai il suo Spirito dentro di te, non ci siamo.

L’invito che fa è quello che abbiamo sentito tante volte in questo periodo di Avvento.                              Svegliati, cioè, prendi coscienza che hai una ricchezza che è la tua vita, svegliati!

Le vostre opere sono tutt’altro che perfette agli occhi di Dio. ricordate ciò che avete udito e creduto da principio, prendetelo a cuore e cambiate vita! Cerca di risvegliare questo spirito.

L’espressione di Paolo è molto forte, prima eravate morti ora siete vivi, allora non potete nascondervi dietro alle apparenze di bontà e di amore se poi dentro non avete il Cristo.

Qui viene fuori l’espressione che Papa Francesco tante volte usa: è lo stesso avere Cristo o non avere Cristo? In questa confusione ci caschiamo perché o andiamo dietro alle tradizioni, o alle mentalità varie che ci sono, o a quello che ci soddisfa. Il concilio lo ha detto chiaramente: la vita cristiana nasce nel momento in cui metti Cristo al centro della tua vita, perché è Lui che ti dà la vita nuova. Non è un maestro che ti dà degli insegnamenti, è uno che cambia la situazione della tua vita. E’ il mistero pasquale il centro della fede cristiana, dove la morte diventa vita.

Il messaggio profetico che viene dato: fate tante cose…siete morti…svegliatevi…ricordate ciò che avete udito e creduto da principio…se non vi svegliate, (cioè se non riprendete questa vitalità la morte si manifesta) piomberò su di voi all’improvviso, come un ladro, quando meno ve lo aspettate.

 

Andiamo alla promessa, alla vittoria, al premio

 

E’ la promessa della vita nuova, di chi è nato di nuovo, al Battesimo  il primo segno che viene dato è la veste bianca. Essi verranno con me vestiti di bianco perché sono degni…Quello che si celebrava nel Battesimo dei primi secoli era il cammino della vita nuova: no al Male e sì al Bene, morire e risorgere in Cristo, l’unzione con il Crisma perché venivi a far parte di questa famiglia, l’assistenza ai poveri e il saper dire grazie facendo festa.

 

Nei primi secoli se chiedevi il battesimo, dopo aver detto no al male e sì al bene, nella notte di Pasqua entravi nel battistero di S: Giovanni, ti immergevi nella vasca dove ti spogliavi di te, morivi e risorgevi in Cristo, poi mettevi la veste bianca. Entravi poi nel Confirmatorio dove venivi unto con il Crisma e passavi al Patriarchio dove trascorrevi la notte ad assistere i malati terminali e quando sorgeva il sole di Pasqua entravi nella Basilica dove si celebrava l’Eucarestia.

 

Il nome veniva scritto in questo modo,  E’ bellissimo: ogni vincitore sarà vestito di bianco, ed io non cancellerò il suo nome dal libro della vita ma annuncerò a mio Padre e ai suoi angeli che egli appartiene a me, cioè è il mio corpo, fa parte di me, perché quello che celebriamo nell’Eucarestia è formare il corpo di Cristo.

Vedete con la chiesa di Sardi che spettacolo abbiamo davanti: Gesù si presenta come colui che ha in mano la vitalità delle chiese e dice: attenzione perché fate tante cose, ma siete morti, svegliatevi, prendete coscienza del dono perché se riuscite ad essere vincitori, come alcuni di voi già lo sono, la veste bianca e il vostro nome diventano la vostra gloria, la vostra vita, la vostra gioia.

  

Per la chiesa di Filadelfia: debole, ma fedele

 

Come si presenta Cristo?

Si presenta come colui che è vero, santo e ha la chiave di Davide (il potere) per aprire ciò che nessuno può chiudere e per chiudere ciò che nessuno può aprire.

Si presenta come la Buona Notizia, l’evangelizzatore, come colui che porta questa chiave che apre: è

l’annuncio. Cosa viene ora con il Natale? viene l’annuncio.

Cristo si presenta come il vero, il santo che porta l’annuncio legato alla nascita del Bambino che fa la vita nuova. (pensate quando voi avete partorito i vostri figli, qual era la forza e la gioia della vostra vita? Che era vostro figlio) E’ la notizia del Vangelo che arriva: oggi per voi è nato il Salvatorequesta era la notizia che ha cambiato la vita dei pastori, che ha confuso Maria, che ha mosso i Magi

 

E’ bello vedere che Gesù si presenta come colui che porta la Buona Notizia

  

Qual è l’invito profetico o la correzione o il richiamo profetico che lui fa?

-v.8 vi conosco bene, non siete un granché, però avete obbedito alla mia parola, cioè continuate a portare avanti l’annuncio della Buona Notizia, siete stati obbedienti al grande mandato e non mi avete rinnegato. Perciò vi ho aperto una porta che nessuno può chiudere. Quando si annuncia il Vangelo c’è una dinamica tale che può essere accolto o non accolto, però l’annuncio del Vangelo è una porta aperta, se vuoi lo accogli altrimenti no, ma la porta è aperta, ormai il Regno di Dio è per te. Questo è quello che ti porta l’annuncio. E’ bellissimo! Questa è proprio la chiesa degli evangelizzatori se la guardate bene.

Dice ancora: Farò in modo che quelli che sono seguaci di Satana… vengano a inginocchiarsi ai vostri piedi e riconoscano che io vi ho amato .Vi ricordate cosa leggiamo nel Vangelo quando manda i settantadue ad annunciare? Succede che ritornano pieni di gioia e dicono: “Persino i demoni si sono inchinati a noi” E’ la stessa espressione, tale e quale, perché quando vai ad annunciare il Vangelo questo è quello che succede. E quando Gesù manda i suoi dice: “Andate, annunciate, prenderete in mano i serpenti velenosi e non vi nuoceranno” Il male viene vinto dall’annuncio del Vangelo, da questa buona notizia che dice quanto è grande l’amore di Dio. vengano a inginocchiarsi i vostri piedi e riconoscano che io vi ho amato”. Ero con voi.

E’ bellissimo perché l’evangelizzatore si può permettere anche di essere debole, si può permettere di essere una mezza cartuccia, non c’è bisogno che sia chissà chi.

Nell’Evangelii Gaudium papa Francesco dice che per annunciare il Vangelo non c’è bisogno di una grande preparazione, o che ci sentiamo perfetti, invece è lì dove noi cadiamo di solito: “ che vado a dire agli altri se non sono capace io di viverlo!” No, tu vai a dirlo, sei debole, sei fiacco, però l’annuncio che porti è quello che fa inchinare i demoni, è quello che fa riconoscere che l’amore di Dio è grande. E tanto più, dirà l’apostolo Paolo, sei debole, tanto più sei forte, perché metti fiducia in quello che porti, non in te stesso. E’ meraviglioso questo brano.

-v.10 Poiché voi mi avete obbedito pazientemente. Perché l’annuncio del Vangelo comporta questa pazienza continua, è una goccia che scava. Io vi proteggerò quando la grande tribolazione e la tentazione colpiranno il mondo, cioè chi va a portare l’annuncio del Vangelo verrà difeso e protetto da Dio nei momenti della prova. Pensate al Quo vadis (che sia storia inventata o vera) Pietro che sta scappando per paura e Cristo che gli va incontro e gli dice: ”Dove vai? Torna indietro” e lì che riparte la forza, è lui che ti protegge nei momenti della prova. Parlo del momento in cui tutti gli abitanti della terra saranno messi alla prova… Io verrò presto: conservate quel poco di forza che vi rimane perché nessuno vi tolga la corona della vittoria. Siete deboli, ma siete fedeli, annunciate, portate questa Buona Notizia: è davvero la vita nuova.

  

Qual è la promessa?

Stiamo sempre parlando di chi porta la buona notizia del Vangelo

-v.12 Per quanto riguarda i vincitori, io li farò colonna del tempio di Dio…L’annunciatore che porta avanti la sua missione sarà colonna del tempio di Dio e non solo ora, ma anche nella Gerusalemme celeste che sta per scendere dal cielo, dal mio Dio. Su di loro scriverò anche il mio nome nuovo.

Qual è il nome nuovo di Cristo, il vincitore?

E’ IL SIGNORE Solo dopo la resurrezione, nei testi biblici, Gesù viene chiamato IL SIGNORE, il nome nuovo dice che lui è pienamente Dio. Scrive il suo nome, Il SIGNORE, sulle colonne, su quelli che hanno portato avanti l’annuncio del Vangelo.

Chi ha questo coraggio legga ogni tanto questo brano perché la chiesa di Filadelfia ha qualcosa da insegnarci.

 

Per la chiesa di Laodicèa: né fredda, né fervente

 

Come si presenta Cristo?

Si presenta come la prima fonte della creazione di Dio. La PAROLA cioè Dio che si esprime, Dio che parla. La PAROLA così forte che quando la pronunci realizza ciò che dice  (Dio disse… e così fu)

 

Quale messaggio porta Cristo Parola?

-v.15 Io vi conosco bene, non siete né caldi né freddi…ma poiché siete soltanto tiepidi…vi sputerò dalla mia bocca! Quando leggiamo questi versetti noi siamo portati ad attribuirli ai nostri atteggiamenti in rapporto alla fede. No, in questo testo sono legati alla Parola che crea, che realizza ciò che dice. Cristo dice che non la si usa più, usiamo solo le nostre parole.

Non c’è più la Parola di Dio. Anche nella chiesa per lungo tempo è successo questo. Allora,

poiché lui è la Parola chiara, in cui sì è si e no è no, quando incontra una persona che non è chiara, che non è capace di dire parole che incoraggiano, che costruiscono, che danno vita, lui che è Parola (cioè la spada a doppio taglio)che dà vita la sputa dalla sua bocca.

 

Qual è il messaggio profetico?

-v.17 Voi diteSiamo ricchi… e non abbiamo bisogno di niente!” A che ci serve la Parola di Dio, se abbiamo i nostri ragionamenti, le nostre filosofie, non abbiamo bisogno della Parola di Dio!   non sapete che spiritualmente siete…poveri, miserabili ciechi e nudi. Vi nutrite solo delle vostre parole. Pensate per quanti secoli siamo andati avanti con le nostre filosofie, abbiamo detto di tutto e di più, ma erano i nostri ragionamenti, non quello che lui ci diceva di sé. Non sapete che questo dire che la vostra parola, la vostra sapienza è tutto vi rende spiritualmente infelici.

 

Qual è il consiglio profetico che dà?

-v.18  Comperate da me dell’oro raffinato col fuoco soltanto così sarete davvero ricchi, cioè la Parola quella vera, non quella falsa, quella già raffinata, quella già lavorata. Comprate da me, ve la do io la Parola, nutritevi di questo. Poi dice comprate da me anche delle vesti bianche e pulite da indossare così non vi vergognerete più di essere nudi. (Questo ci riporta alla Genesi quando si nascondono perché sono nudi). Cosa devi comprare? La Parola per quello che è–La tua fedeltà alla Parola, cioè la veste bianca che era la Parola che Dio ti aveva dato e che poi si e sporcata perché hai ascoltato altre parole (è bellissimo il testo della Genesi: “la donna mi ha detto…il serpente mi ha detto…” sono altre parole che sono entrate e hanno portato via la bellezza della Parola la veste bianca)— comprate il collirio per guarirvi gli occhi e riacquistare la vista. Quando non hai più la Parola, quella vera, non hai più visione della realtà, perdi la visione del reale, non sai più vedere nella vita i doni che Dio ti fa, vedi solo le cose che non vanno. La Parola di Dio ha una ricchezza straordinaria e noi ancora la usiamo poco, ci nutriamo ancora di tante nostre parole e le filosofie cercano ancora di regnare nella nostra mente e nel nostro modo di affrontare la vita.

Oro, veste, e la visione giusta della vita te la do io!

 

Qual è la conclusione di questa ri-creazione che questo libro profetico vuol fare attraverso la resurrezione di Cristo presente nelle chiese ?

Le chiese dovrebbero essere coloro che mantengono viva la presenza di Cristo, il Risorto,

e abbiamo visto come lui si presenta in modo diverso ad ogni chiesa, proprio per dare la completezza, perché sono le chiese nel loro insieme che realizzano la nuova creazione-

 

Perché tutto questo avvenga:

-v.20-22 Ecco io sto alla porta e continuo a bussare. Se uno sente la mia voce e mi apre io entrerò e ceneremo insieme io con lui e lui con me…

 

Qualsiasi chiesa siamo o in qualsiasi realtà di chiesa ci troviamo come possiamo rendere presente Cristo il Vincitore, colui che, risorto, vuole rinnovare la storia dell’umanità?

 

La proposta è semplice: in qualsiasi situazione tu ti trovi, di qualsiasi chiesa tu fai parte, ricordati che Io, il Risorto sono lì. Guarda, io il risorto proprio perché conosco la tua vita, le tue situazioni, le tue realtà, sto alla porta e continuo a bussare…

E’ questo il modo con cui Cristo, il risorto ci rinnova e rinnova le comunità cristiane, se ci sono delle persone che aprono che si rinnovano. Il mondo cambia se le persone cambiano.

Se accogli Cristo e stai con Lui del tempo sei in cielo vicino a me sul trono farò sedere i vincitori…(v. 21)

Quando passiamo del tempo con Cristo non entriamo solo in intimità, ma arriviamo ad essere vincitori con lui e quindi essere in cielo con Lui.

 

Domanda di uno di noi : chi è l’evangelizzatore?

Risposta di Don Carlo: l’angelo che porta la Buona Notizia

  1. D. Dici che è la persona che si fa carico dell’annuncio e di portarlo. Non è necessario essere forti… ma chi è? E’ il missionario che va in giro?

R: No, sei tu!

D: L’avevo capito. Anche il papa dice che non è necessario essere forti, puoi essere anche debole, ma penso che devi per forza avere una coerenza tra la tua vita e quello che dici, non puoi annunciare  una novella che è meravigliosa e poi non essere convincente, questo è necessario che ci sia.

R: la dinamica dell’evangelizzatore per Paolo VI è questa. Lui dice: quando c’è una evangelizzazione in atto? Quando la tua vita è capace di far nascere interrogativi, può essere anche la tua debolezza che li fa nascere Attenzione, uno può anche avere suoi problemi o difficoltà, ma sa comunque affrontare la situazione, sa interrogarsi…sa sorridere anche se…

D dietro tutto questo ci deve essere sempre la fede.

R:dice Paolo VI: una vita che fa nascere interrogativi, li puoi far nascere in centomila modi. Pensa alla Maddalena che si butta ai piedi di Gesù, fa nascere interrogativi…Zaccheo, fa nascere interrogativi…

D: qual è la risposta?

R:     1° La vita che fa nascere interrogativi

2° l’annuncio chiaro e inequivocabile di Gesù

3°l’aderire alla persona di Gesù

4° chi ha ricevuto tutto questo a sua volta annuncia. Quando questi quattro elementi si

combinano sei un evangelizzatore.

  1. Mi mancavano i quattro passaggi, adesso già va meglio, quindi quando chiedo chi è l’evangelizzatore, la risposta è: quello che questi quattro anelli li ha già congiunti

R: Sei tu che, mentre segui Cristo, ti apri anche a questa dimensione. E non è detto che sia sempre tu a farlo. Un esempio: quando sono stato trasferito, non avevo una chiesa. Un ragazzo di qui, insieme ad altri, ha organizzato una raccolta per permettermi di avere un posto dove celebrare la Messa. Con i soldi raccolti abbiamo fatto il primo pezzo di prefabbricato nel quale per Natale abbiamo cominciato la nostra comunità.

Che cosa è successo? E’ successo che il loro gesto ha fatto nascere degli interrogativi e da questo fatto poi è partita una missione in cui hanno cominciato ad andare casa per casa a parlare di Gesù,

ed è nato il primo gruppetto di persone. Qualcuno ha dato il via ad un processo di evangelizzazione.

1° far nascere interrogativi se non avessimo (lo hanno fatto i ragazzi)

2° annuncio chiaro e inequivocabile di Gesù (se ci fossimo fermati al prefabbricato senza parlare di Gesù, l’evangelizzazione non sarebbe andata avanti).

3° poi si fa un cammino per aderire a Gesù

4° chi ha ricevuto l’annuncio a sua volte annuncia

E’ interessante vedere come nel messaggio che viene dato ad ogni chiesa c’è la visione generale di come dovrebbe essere la Chiesa.

 

 

Preghiera di Lucia

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