APOCALISSE
11-3-2019
Da Paola
Saluto di Paola.
Don Carlo
Buona sera, ben ritrovati. Voglio ricordare il punto in cui siamo perché è fondamentale per poi godere la conclusione di questo libro. Stasera leggeremo la parte finale, sono proprio le ultime battute.
Vi ricordate da dove siamo partiti? Abbiamo voluto leggere l’Apocalisse come un libro profetico, non come un libro apocalittico. Siamo partiti vedendo come Cristo il Risorto è presente e guida le comunità cristiane. Poi abbiamo visto come le Chiese sono chiamate a testimoniare la vittoria del Risorto, e qui comincia il loro compito, la loro responsabilità.
Il compito della Chiesa è vincere il male e portare il cielo sulla terra attraverso l’annuncio del Vangelo.
Siamo passati poi nella seconda parte dove abbiamo visto come l’annuncio del Vangelo incatena Satana, il Regno di Dio si sta realizzando, ma per poter vedere la vittoria del Cristo risorto e della fede sul Male, bisogna mettersi in alto, perché, se non hai la visione di Dio, ti perdi nell’orizzontale. Per poter vedere l’opera di Dio devi andare in verticale.
Questo è uno dei punti forti di Papa Francesco che continua a dire: “ Se vogliamo davvero stare con Cristo, non dobbiamo andare a cercarlo dove diciamo noi, ma dove è Lui.” Francesco usa questa parola “primerear” cioè, guarda che Lui è già là dove tu stai andando, è già presente, quindi non andare con i tuoi pregiudizi, con i tuoi criteri, ma cercalo là dove è, altrimenti ti trovi con niente in mano. E’ un’idea che papa Francesco sta portando avanti con molta forza, ma è un’idea che nell’Apocalisse è chiara: Dio è all’opera. Il Cristo risorto sta già operando contro il Male, però se io vedo solo i miei problemi, le mie difficoltà, quello che succede nel mondo e non guardo mai dall’alto, con il Suo occhio, non mi rendo conto di quello che sta accadendo.
L’interrogativo di stasera è: noi che siamo qui sulla terra, coinvolti in tutti i problemi personali, sociali, naturali, che stiamo vivendo, come possiamo mantenere l’occhio di Dio? Come possiamo vedere Dio che è all’opera nella storia?
Sono proprio questi ultimi versetti che ci dicono come mantenere l’occhio di Dio per poter vedere e quindi metterci al servizio di quest’opera (attenzione: non che la Chiesa fa) ma che Cristo risorto sta facendo e alla quale io sono invitato a partecipare, però se non vedo dall’alto, con l’occhio giusto, invece di remare verso, remo contro. Questo è quello che spesso sta succedendo nelle comunità cristiane, che si rema contro perché manca la visione che Dio ha e quindi vediamo con i nostri occhi, per cui, se io vedo lì un pericolo è chiaro che porto la mia ansia per il pericolo e così non vedo che magari il pericolo è dentro di me, e non c’è oggettivamente. Tutto l’attuale “ambaradam” infatti, si è scatenato da quando con L’amoris laetitia, Papa Francesco ha cominciato a parlare in un certo modo del matrimonio e delle coppie in difficoltà. C’è stato lo scatenarsi perché si diceva “butta via tutti i principi, butta via tutti i punti di riferimento, butta via la teologia, l’esperienza, le morali con cui siamo andati avanti per secoli…”
Vedete quindi che siamo in una situazione molto concreta e attuale ed è importante, quindi, vedere come mantenere la visione giusta, come vedere con gli occhi di Dio e non con i nostri, altrimenti tutta questa opera non riusciremo mai a capirla, non riusciremo a capire il Cristo risorto, non riusciremo a capire questa Chiesa che porta, con il Vangelo, la vittoria sul Male e pensiamo che questa vittoria avvenga per altre strade. Siamo in pieno nella nostra realtà.
LETTURA DI APOCALISSE CAP. 22, 6-21
Come si fa a mantenere la visione dall’alto? Come si fa a vedere le cose come le vede Dio e non come le vediamo noi? Che tipo di fede ci viene richiesta per poter entrare in questo respiro grande e meraviglioso dell’Apocalisse? Che tipo di fede ci viene proposta in questi ultimi versetti che abbiamo letto? Sono dei passaggi che danno una saggezza e un tipo di fede veramente straordinari……..Risposte varie, poi
Don Carlo
v.6-7 Procediamo per gradi: da dove parte questa fede? La fede, questo credere che ti porta ad avere la visione di Dio, non dimentichiamo il punto in cui siamo: vogliamo avere una fede che non sia religiosità, che non sia pratica, ma che sia mantenere viva la visione di Dio sulla storia.
Questa fede da dove nasce? Da qualcuno che parla, ricordate l’apostolo Paolo che diceva “come possono credere se nessuno glielo annuncia?” Credere, quindi, non deve partire dai propri stati d’animo, o dalle mie tradizioni, deve partire dall’ascoltare qualcuno che ti dà la visione, cioè gli angeli o i profeti (che sono i vescovi delle comunità) e poi da una parola che queste persone hanno scritto, come qui ha fatto Giovanni. Dobbiamo partire quindi da una fede non fatta da tradizioni, da abitudini, da riti, ma da una fede fatta dall’ascolto, fatta da qualcuno che ti guida, qualcuno che ti trasmette questa visione, perché da solo in questa visione non ci arriverai mai, cioè, da solo, Dio te lo inventi. Ecco perché nella chiesa cattolica abbiamo come fonti della nostra fede due realtà, che sono la Parola di Dio e la Tradizione (cioè il modo in cui è stata letta la Parola di Dio dai primi Padri della Chiesa,) perché la Parola di Dio è un dono, ma ci deve essere poi qualcuno che te la porti.
Ricordate nel libro di Neemia quando il popolo ha perso la visione di Dio.
Cosa fa Esdra? Convoca, l’assemblea, legge tutto il giorno la Parola e poi i sacerdoti prendono le persone a gruppetti e spiegano, ne parlano insieme, ed è lì dove si ritorna ad essere il popolo di Dio, è lì dove ci si rinnova.
Il primo elemento che qui l’Apocalisse ci ricorda per una fede che mantenga viva la visione di Dio sulla storia e su quello che nella storia accade, non può nascere se non da qualcuno che ti porta la Parola di Dio; quindi non può nascere dai tuoi sentimenti, dalla tua preghiera, perché inventi e non saprai mai leggere la storia.
Il Monachesimo ha tenuto vivo questo tipo di esperienza. Non si diventava monaco andando a studiare alla Gregoriana o frequentando una scuola Avevi la cella vicino ad un vecchio monaco, pregavi con lui, leggevi la Parola con lui, vedevi come aveva impostato la sua vita e poi da lì cominciavi il tuo cammino. Ti mettevi a scuola di qualcuno, ti mettevi a respirare l’odore di qualcuno, la vita di qualcuno, la saggezza di qualcuno, il modo di leggere la vita e la storia di persone che già avevano fatto questo cammino. Abbiamo dei monaci che sono stati straordinari in questo perché passavano la visione l’uno all’altro. Il monaco non era solo uno che pensava a sé, ma sapeva leggere come rapportarsi con la vita, tanto è vero che i grandi monaci, addirittura i monaci del deserto, erano i consiglieri dei re, erano consiglieri della storia… andavano da loro per…Lo stesso S. Benedetto era un punto di riferimento. La fede che ti dà la visione di Dio è la fede che parte dai profeti, cioè da persone che ti portano la Parola di Dio, che siano angeli o che siano profeti; li mette sullo stesso piano, quindi possono essere Vescovi responsabili della comunità o persone illuminate da Dio che hanno fatto questo cammino.
- 8-9 Io Giovanni ho visto queste cose. Subito dopo l’Apocalisse vi dà una correzione. Quando Giovanni che è stato guidato in questa visione dagli angeli e da Dio che si rivelava attraverso di loro (quanti angeli abbiamo incontrato nell’Apocalisse!) cosa fa? E’ uomo Giovanni e si mette in adorazione dell’angelo. Questo è il pericolo che corriamo: quando noi riceviamo un beneficio da qualcuno, andiamo là (es. in quella chiesa ho le mie amiche, ho ricevuto un beneficio da loro, io vado là e mi metto in adorazione) Quante persone abbiamo in adorazione di qualcuno che…L’angelo vero ti dice: “non metterti in ginocchio davanti a me, è solo Dio che devi adorare!”
Tante persone, proprio perché la loro fede nasce da qualcuno che porta la Parola di Dio, il messaggio di Dio, cadono poi in adorazione di quelle persone o del luogo in cui questo è avvenuto. Il problema di Medjugorje qual è? E’ questo Nessuno nega che ci sia stato qualcosa, però, avete sentito Papa Francesco, la Madonna non è un postino che ogni giorno ti porta un messaggio…non devi metterti in adorazione di quel fenomeno, perché quello è il modo in cui Dio ti parla, nessuno lo nega, però poi devi camminare con le tue gambe, devi arrivare a Dio e devi mettere Dio al primo posto.
Abbiamo sentito ieri le tentazioni di Gesù dal Vangelo di Luca (che noi abbiamo commentato così). Ti trovi davanti a due tipi di persone, quella che vuole costruire il diavolo e la persona che vuole costruire Gesù. Provate a metterle a confronto, viene fuori una cosa straordinaria. Gesù dove ti porta?;la fede dove ti porta? “io Giovanni ho visto queste cose…” quindi ha ricevuto dagli angeli questa guida, questa visione grande e istintivamente “mi prostrai in atto di adorazione ai piedi dell’angelo che me le aveva mostrate” ma egli mi disse ”guarda che siamo tutti e due servi di Dio, io in un modo, tu in un altro, siamo colleghi nel servizio, come te, come i tuoi fratelli profeti e come quelli che prendono a cuore la verità contenuta in questo libro, siamo confratelli nel servizio. Adora soltanto Dio” Questa è la fede che ti dà la visione dall’alto della storia.
Vedete in quante forme noi possiamo cadere, ecco perché è fondamentale nella fede partire sì da persone che ti illuminano, che ti guidano, dalla Parola di Dio che condividi, o da profeti, ma poi devi arrivare ad adorare il Signore. Se non arrivi a fermarti davanti a Lui e non ti riempi di Lui, poi non hai la visione giusta del mondo, ti perdi, stai bene quei cinque minuti in cui vai in chiesa, in cui preghi, ma poi la vita è quella che è e l’affronti con le tue passioni, con le tue ansie, con le tue paure. Vedete quanto è importante che capiamo la fede che ci viene proposta nel libro dell’Apocalisse, perché è una fede che ci dà visione.
Era questo un discorso che Giovanni Paolo II, nella Novo Millennium Ineunte, aveva sottolineato in un altro modo, aveva detto che per essere cristiani in questo tipo di mondo abbiamo bisogno di nutrirci di più della Parola di Dio altrimenti, di fronte a tutto quello che sta succedendo, non siamo capaci di dare testimonianza di quello che abbiamo ricevuto.
La tragedia dei nostri ragazzi che crescono è proprio questa. Sì, fanno la Prima Comunione, fanno la Cresima, ma poi nel momento in cui si trovano con tutti i compagni di scuola che dicono “sei ancora il cretino che va in chiesa… o sei l’unico che non fuma lo spinello…o sei l’unico che non si butta in certe esperienze…” crollano perché non hanno una fede che sia all’altezza, non sono arrivati ad adorare Dio, a far grande Dio nella loro vita, si sono fermati a quello che gli hanno insegnato che poi non regge più. Quando parlo con i ragazzi faccio sempre questo esempio: “se voi, a livello universitario, volete andare avanti con la fede che avevate quando eravate bambini, non potete affrontare le situazioni, perché voi siete cambiati, il mondo è cambiato, l’ambiente che frequentate è cambiato. Faccio sempre questo esempio. Se io ho una seggiovia e voglio cambiarla in una funivia, non posso togliere le seggioline e mettere una cabina perché crolla tutto. Devo fare un impianto totalmente nuovo perché nella seggiovia il peso è distribuito in tante piccole parti e quindi basta un cavo di un certo diametro. Nella funivia ho il peso tutto in un punto per cui mi serve un cavo con un diametro maggiore. Devo fare un impianto ingegneristico totalmente diverso, quindi se io voglio affrontare e vedere il mondo come Dio lo vede, da adulto, devo fare un impianto di fede nuovo, invece si va avanti con quelle due cose che abbiamo imparato per la Comunione e per la Cresima, quindi crolla tutto E’ normale che succeda questo.
La stessa cosa è nella preparazione al matrimonio, va bene, ti danno una visione lì per lì, ma se poi ti sposi e non fai più niente, quanto dura? Sei mesi, un anno, poi ti crolla tutto perché dovevi portare Dio nella tua vita, non solo nel preparare bene il matrimonio.
Quello a cui bisogna mirare è: sì i profeti, sì gli angeli, sì la Parola di Dio, però non devi fermarti lì, devi portare Dio dentro di te, devi adorare solo il Signore. Questa è la maturità nella fede.
Riassumo: fino a qui abbiamo visto:
– 1°La fede nasce dalla Parola di Dio, da persone ecc.
–2°Non devi fermarti lì, ma devi adorare il Signore, e fare spazio a Dio nella tua vita
- 10-11 Poi mi diede queste istruzioni…è la terza caratteristica della fede per avere la visione di Dio che opera nella storia.
Questa tua esperienza non deve rimanere segreta (pensate a noi che continuiamo ad andare dietro ai segreti di Fatima, segreti di qua o di là), non è una fede matura, non ci sono segreti perché quando Dio è all’opera e tu devi manifestare Dio che è all’opera.
I segreti sono invenzioni devozionistiche. Non esistono segreti quando Dio è in azione, perché Dio è già presente e sta già operando, non devi aspettare che si riveli.
Guardate quanto è chiaro: Mi diede queste istruzioni: “Non tenere segreto ciò che hai scritto, perché è vicino il momento in cui tutto si avvererà…E quando verrà quel momento…”
Quando Dio è presente si manifesta, allora nella fede non ci sono segreti perché Dio è all’opera ora! Questo ci hanno trasmesso i Padri della Chiesa: che quando tu parli, quella Parola che leggi si realizza, quindi se leggi nell’Apocalisse che il diavolo è incatenato, tu incateni il diavolo. Quando stai zitto pensi di togliere l’opera di Dio che è in atto. Nella fede non ci sono segreti. Tutta la storia della salvezza è un Dio che si rivela gradualmente, poi la rivelazione piena ci sarà in Gesù Cristo che dice: “Tutto quello che il Padre mi ha detto io l’ho detto a voi” La Parola di Dio si realizza quando tu la manifesti, quando tu la leggi. Su questo era fondata la lectio dei Padri. Se tu leggi oggi che Gesù ti dice. “perdona settanta volte sette” oggi quella Parola si realizza se tu prendi l’iniziativa e ci credi, ma se aspetti un mese pensando “vediamo se in un mese riesco a perdonare” la grazia di Dio è passata, e tu ti arrangi!
Nella visione dei Padri si trattava del Kairos, il momento opportuno, irripetibile, o lo vivi ora o passa. Ecco perché per avere la visione di Dio sulla storia e vedere come Dio opera nella storia, è fondamentale che noi abbiamo e crediamo in questa visione, cioè nel momento in cui tu lo vedi, lo leggi, ti viene trasmesso nella tua fede, lì si realizza, quindi è già in atto.
Tra poco dirà, non aggiungete e non togliete niente, FIDATEVI di un Dio che si manifesta, perché Lui è lì, è già vicino.
Vediamo che tipo di fede ci presenta
—Una fede che viene trasmessa.
—Una fede che ci deve portare a far grande solo il Signore, niente altro
—Una fede che non tiene segreti perché è un Dio che si rivela e rivelandosi realizza.
Qual è la fede che ci mantiene in questa visione?
- 12-15 “Ecco io verrò presto e porterò con me la ricompensa… Io sono il Primo e l’Ultimo…Beati quelli che lavano le loro vesti… Questo è l’altro punto straordinario di una fede che ci porta a vedere come Dio opera. Questo è il rapporto personale con Gesù.
Lavi le tue vesti: ricordate come la Chiesa primitiva viveva il discorso delle vesti: nel Battesimo ti spogliavi, ti univi a Cristo nella sua morte e nella sua resurrezione (immergendoti nell’acqua) e mettevi la veste bianca. Hai lavato le tue vesti: sei entrato in rapporto pieno con Gesù.
E’ l’altro elemento di una fede che ti porta poi a essere presente nel mondo vedendo l’opera che Dio sta compiendo: Il rapporto personale con Gesù. Il Concilio ha cercato di lanciarci questa idea quando dice che nella vita del cristiano ci deve essere la centralità di Cristo, e Gesù stesso lo dice: “Su cosa vuoi fondare la tua vita? Io sono la pietra d’angolo, se costruite su questa pietra allora riuscite ad affrontare la vita e il mondo, altrimenti sarete come uno che costruisce la casa sulla sabbia, viene il vento e ti porta via tutto. Il rapporto personale con Gesù che stiamo cercando in qualche modo di portare avanti, nell’esperienza della fede cristiana è ancora molto fragile, molto debole, perché preferiamo seguire dei riti, delle formule, più che mettere al centro della nostra vita Lui. Qui ci sarebbe un mondo da aprire e da vedere, perché noi non siamo cresciuti in una fede così, siamo cresciuti in una fede fatta di riti, di preghiere, non fatta di rapporto.
Papa Francesco nell’Evangelii Gaudium come comincia e quanto mette in risalto questo.
Già Benedetto XVI aveva lanciata questa idea. Diceva che la nostra fede non è basata sulla dottrina, ma sull’incontro con una persona.
Papa Francesco dice da dove parte la nostra fede: dal rapporto personale con Gesù, dall’accogliere Lui nella nostra vita, dall’imparare a dialogare con Lui. Qui ci viene presentata una fede che è chiara, tosta, anche semplice perché è una fede che va all’essenziale non si perde in tante altre cose, ma noi non siamo educati a vivere rapporti.
Mantenere vivo un rapporto personale non è facile! Richiede che ogni giorno tu ti metta in discussione., che ogni giorno ti confronti, che ogni giorno dai spazio all’altro. E’ molto meglio dire: “Io recito le lodi al mattino, leggo un salmo, leggo il Vangelo del giorno e basta”
Prova a dire a tuo marito o a tua moglie: “Io ti recito la poesia tutti i giorni, cosa vuoi di più da me?” L’altro vuole una persona che sia più attenta alle sue esigenze!!
Noi culturalmente non siamo abituati a mantenere vivo un rapporto personale, siamo più dei ritualisti, anche se tu inviti delle persone a cena, vai sul rapporto personale o vai sull’etichetta?
Non si sta insieme per rapportarci, ma perché ti faccio vedere come cucino, ti faccio vedere le cose che ho…siamo educati così, siamo più gente da galateo che da rapporti.
Nella fede è la stessa cosa. Una fede che non ci porta ad un rapporto personale con Gesù, è una fede che non ci permette poi di essere presenti nel mondo in un certo modo: lavare le vesti…
Intervento di uno di noi: “Mi mette paura il versetto 11, per la fissità, oramai i giochi sono fatti, ognuno vada avanti così come è. Che vuol dire?
Risposta: Vuol dire che nel rivelarsi di Dio o ti agganci a Lui, o adori soltanto Lui e quindi sei certa dell’opera che Lui sta compiendo, o altrimenti la tua vita va avanti…
“Beati quelli che lavano le loro vesti…” Entrano in questo mondo che solo Dio vede, in orizzontale non lo vedi. Fuori gli increduli, chi si dà alle arti magiche,…
- 16 “Io Gesù, vi ho mandato il mio angelo per dirvi…” però guardate che io sono la radice e il discendente di Davide…si pone Lui al centro
- 17 “ lo Spirito e la sposa dell’Agnello dicono vieni, chi ha sete venga…
- 18 “io Giovanni dichiaro questo a tutti quelli che leggono questo libro…
Qual è questo ultimo aspetto della fede che ci permette poi di vedere e collaborare a quest’opera di Dio nel mondo? Chi è lo Spirito che dice vieni? Guardate il versetto 16 “Io Gesù vi ho mandato il mio angelo per dirvi le cose che riguardano le chiese” cioè prima la presenza di Cristo risorto; poi il vostro compito e come mantenere viva una fede tale da poter vedere Dio che è all’opera; poi Gesù dice:” io sono la radice, il discendente di Davide… quindi si pone Lui al centro. Cosa avviene qui?
Avete letto il messaggio di papa Francesco per la Quaresima di quest’anno? E’ la prima volta che si presenta la Quaresima e la Pasqua non come una cosa che riguarda la tua vita, il tuo perfezionarti, ma come qualcosa che riguarda il creato. Dice che tutto il creato è in attesa che si manifesti il tuo essere figlio di Dio, quindi il tuo cammino verso la Pasqua deve essere tale che con la Pasqua in cui tu ti rinnovi come figlio di Dio, il deserto del mondo in cui viviamo, si possa trasformare in un giardino. Questa, secondo lui, è la Pasqua di quest’anno. Immaginate che Roma con le sue buche si trasformi in una strada piena di fiori e il papa dopo la Pasqua lancerà il discorso di come devono essere i cristiani nella città di Roma. Cosa sta succedendo qua? Abbiamo detto che, se guardiamo dall’alto, c’è Dio che sta trasformando il mondo, allora questo “vieni” e “vieni” non è come abbiamo sempre saputo Gesù che dice alla sposa vieni e la chiesa che risponde…E’ lo Spirito e la sposa dell’Agnello cioè lo Spirito di Dio, il progetto di Dio e la comunità cristiana che prendono questo progetto di Dio e dicono a Cristo: “ vieni e manifestati oggi nella storia.”
Non si chiamano l’un l’altro, è il Regno di Dio che chiamano.
Lo Spirito di Dio da una parte e la Chiesa dall’altra che si mettono insieme e desiderano la stessa cosa. Desiderano che il mondo cambi, che il deserto in cui viviamo finalmente si trasformi in un giardino. Insieme, finalmente, per la fede che è maturata attraverso la lettura di questo libro e la visione di Giovanni, Dio e la chiesa chiedono la stessa cosa. Dio non pensa a sé, la Chiesa non pensa a sé, ma insieme pensano al mondo. “Vieni” “vieni” a chi lo dicono? A Cristo che è la radice di Davide, la fulgida stella del mattino, dicono tu che hai vinto la morte torna a manifestarti, (è il marana’tha’ dei primi cristiani). Ritorna, vieni, perché Dio e la Chiesa hanno questo desiderio che il mondo diventi un giardino, che il mondo sia il luogo dove Cristo risorto risplenda. Finalmente sono d’accordo! E’ meraviglioso perché questo è un elemento della fede che noi, con i nostri devozionismi, avevamo perso.
Chi ascolta, chi è coinvolto in questo progetto dica “vieni.” Tutti vogliamo un mondo diverso. Questa è la conclusione dell’Apocalisse. Il mondo deve cambiare! Chi ha sete venga, e chi desidera l’acqua della vita ne prenda gratuitamente, ma, tutti per costruire un mondo nuovo!
Capite allora perché i versetti successivi sono duri.
- 18-19 Io, Giovanni, dichiaro questo a tutti quelli che leggono questo libro, se qualcuno aggiunge qualcosa, Dio aggiungerà ai suoi guai i flagelli descritti in questo libro .Se qualcuno toglie qualcosa Dio toglierà la sua parte dell’albero della vita…Siete voi che perdete la bellezza della vita!
v.20 -21 Vedete la risposta. Colui che conferma queste cose dice: Siccome mi avete chiamato sia lo Spirito che voi Chiese: “Si, vengo presto!” Mi avete chiamato, “eccomi!”
Quello che nella Bibbia è sempre stato il rovescio, cioè Dio chiama e le persone dicono “Eccomi!”,
guardate qui cosa diventa: Siamo noi che presentiamo questo progetto e Gesù dice “ECCOMI” sono pronto a tornare. Ricordatevi che Lui era già morto, già risorto, era là sul trono in cielo, ora dice sì, siccome mi avete chiamato, ritorno “ECCOMI” E’ la gioia di questa fede che dopo aver visto quello che Cristo ha fatto, dopo essersi messi come comunità ad annunciare il Vangelo, ha il desiderio più grande, che non è di andare in cielo, ma è quello di vedere Cristo qui sulla terra. Non pensate a morire, pensate a cambiare il mondo!
Questo è il messaggio forte. Secondo l’Apocalisse il desiderio più grande di un cristiano, non è quello di andare in cielo, ma quello di trasformare il mondo in un giardino!
PREGHIERA DI LEEANN